Lo sciopero tra gli scaffali dell'Esselunga di viale Papiniano (Tam Tam)

TENSIONE ALL'ESSELUNGA


LA VICENDA - Il 2 febbraio aveva chiesto di poter andare in bagno e, dato che nessuno era arrivato per sostituirla, si era fatta pipì addosso. Quattro ore di attesa, insopportabili tanto più per il fatto che la donna, un'italoperuviana di 44 anni, soffre di problemi renali, come documentato all'azienda con un certificato medico. Lei, una cassiera dell'Esselunga di viale Papiniano, è rimasta seduta alla cassa fino alla fine del turno, le 21.30, senza neppure potersi cambiare gli abiti.
DENUNCIA - Dopo quel fatto era stata medicata in ospedale per una «cistite emorragica» e aveva denunciato l'episodio alla Uil. Pochi giorni dopo, il 28 febbraio, denuncia un'aggressione in uno spogliatoio da parte di un uomo sconosciuto, definito alto e robusto, che le ha chiuso la bocca con una mano e sbattuto violentemente la testa contro un armadietto, fino a farle perdere i sensi. Roberta Musu, segretario regionale della Uil, ha spiegato, come rioprtato dai quotidiani, che «la direzione ha cercato di insinuare che la donna si fosse fatta male da sola». Inoltre, aggiunge Musu, «da quanto mi ha raccontato, è stata anche minacciata.

LO SCIOPERO DI SABATO -Sabato mattina molti hanno rinunciato alla spesa. Altri clienti abituali hanno strappato la fidelity card in segno di solidarietà nei confronti dei dipendenti che hanno scioperato. Il motivo della protesta l'intimidazione subito dalla cassiera che aveva denunciato un presunto caso di mobbing (le era stato impedito di andare in bagno). Poi, con in testa i rappresentanti dei sindacati confederali, è scattata una sorta di blitz nei corridoi del supermercato Esselunga di viale Papiniano. Qui si sono avuti momenti di tensione, qualche spintone, slogan pesanti, cori anti-Caprotti (patron della catena dei supermercati Esselunga) e accuse ai colleghi "crumiri". Il tutto davanti agli occhi degli uomini della Digos. Tra gli scaffali, oltre ai carrelli e clienti stupiti, cori e bandiere da stadio. Secondo gli organizzatori, vi hanno partecipato circa 400 persone. Ai clienti i manifestanti hanno anche chiesto di «inondare» di e-mail con richieste di chiarimento la direzione di Esselunga. «Siamo sempre sotto pressione», racconta una cassiera che non vuole dire il proprio nome. «Dobbiamo garantire tutti i turni di apertura delle varie sedi senza fiatare. I capi reparto e i direttori ci minacciano se non isoliamo chi osa protestare».

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